Il 27 Settembre, un gruppo di insegnanti della nostra scuola ha vissuto una giornata speciale presso l’Abbazia di Nonantola: un momento di incontro, ascolto e condivisione per inaugurare insieme il nuovo anno formativo FISM.
Guidati dal tema “In ascolto, in cammino, in preghiera… per la pace”, hanno respirato comunità, riflessione e rinnovata ispirazione per il nostro servizio educativo.
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In ascolto, in cammino, in preghiera … per la pace è il titolo dell’incontro di apertura dell’anno
scolastico e formativo che si è tenuto sabato 27 settembre presso l’Abbazia di Nonantola rivolto a
tutto il personale delle Scuole dell’Infanzia e dei Servizi 0-3 della FISM di Modena. Don Alberto Zironi,
presidente di FISM Modena, ha aperto la mattinata con una preghiera per poi lasciare la parola a
Daniela Lombardi, responsabile del coordinamento pedagogico della FISM. Daniela ha introdotto il
tema della pace, nucleo della giornata formativa, in particolare facendo riferimento alla Lettera
Pastorale del nostro Arcivescovo don Erio Castellucci, ha ricordato il prezioso lavoro svolto dai
coordinatori pedagogici sulle scuole e sui servizi associati e ha presentato i due relatori della
mattinata. Il primo è stato proprio l’Arcivescovo don Erio che ha aperto il suo intervento elencando
alcune azioni che ogni educatore è chiamato a svolgere per educare alla pace ed essere coerente ad
essa. La prima azione consiste nel “disarmare il nostro cuore” poiché esso è luogo di irradiazione di
ciò siamo e poiché i bambini sono in grado cogliere se noi adulti siamo realmente autentici. San
Francesco sosteneva che la pace del cuore passa attraverso la stima degli altri e che ha un nemico: la
maldicenza. Ecco, quindi, che anche nel lavoro educativo occorre vigilare ed evitare azioni che portino
a un atteggiamento bellicoso promuovendo dialogo e perdono. Perdonare non è qualcosa di facile e
immediato, si tratta di un percorso e il perdono profondo del cuore necessita di preghiera e di tanto
tempo.
Occorre poi “disarmare le parole” che possono essere pietre che uccidono ma anche, se ben scelte,
pietre che metaforicamente edificano case e cattedrali. Chi educa ha una responsabilità importante
rispetto all’attenzione a fornire giuste informazioni, a evitare i negazionismi e a contrastare la
globalizzazione dell’indifferenza di cui parlava Papa Francesco e la globalizzazione dell’impotenza di
cui parla Papa Leone XIV. Infine, don Erio ci ha ricordato l’importanza di “disarmare le mani e le
azioni”, grazie al giusto uso delle mani e dell’ascolto autentico si può infatti praticare una pace
preventiva e costruirla giorno dopo giorno partendo dalla lealtà.
Don Erio ha poi lasciato la parola al professor Ivo Lizzola, docente ordinario di Pedagogia generale e
sociale presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Bergamo. Il
professore ha ripreso le parole dell’Arcivescovo sottolineando quanto oltre alle parole che scegliamo è
importantissimo anche il tono con cui le pronunciamo perché è esso che genera risonanze in chi
ascolta ed è questo il cuore della relazione educativa: le risonanze che si generano nell’altro, non
tanto contenuti quanto più la promozione di atteggiamenti responsivi per far maturare l’umano che è
in noi. I bambini apprendono perché si fidano di noi educatori: solo avvertendo di essere amati si
fidano e apprendono, non per evidenze scientifiche o spiegazioni. Simone Weil diceva che basta uno
sguardo d’amore ricevuto e la nostalgia per esso per salvarci dal cinismo. Siamo chiamati a donare
questi sguardi ai bambini di cui ci occupiamo nelle scuole e nei servizi. Anche attraversando e
gestendo i conflitti poiché l’educazione alla pace passa dai conflitti. La forza della pace è generata dalla nostalgia
di essa che compare proprio durante i conflitti stessi, il bisogno che precede tutto è
infatti quello della relazione. Quindi è bene considerare i conflitti che avvengono fra bambini occasioni
educative dense di possibilità per imparare a portare avanti la logica della pace coinvolgendo tutti i
bambini perché colgano la possibilità di maturare un’etica, una sensibilità e un modo di ospitare la
realtà dentro se stessi, fondata sulla pace e sul rispetto di sé e dell’altro. È la relazione con l’altro che
fa misurare il proprio merito e fa cogliere la preziosità della differenza di ognuno. La scuola ha
responsabilità in tutto questo grazie ad uno strumento potentissimo: il dialogo e la promozione di
esso, inteso come incontro con l’altro nella parola. Il professore ha concluso invitando a portare avanti
gesti simbolici contrari alla guerra, forme di compartecipazione che trasmettano gratitudine e
impegno.
La mattinata si è poi conclusa con un Percorso Giubilare guidato da don Alberto. È stato un momento
di preghiera e di immersione nella bellezza artistica, storica e spirituale dell’Abbazia e di riscoperta del
Credo, nucleo della nostra fede cattolica.
Silvia Corni
Coordinatrice Pedagogica FISM Modena
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